Il gioco per i bambini è una fase importante di sviluppo e crescita, oltre ad essere un diritto inviolabile e insindacabile del bambino (diritto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Data la sua importanza è stato istituita una giornata mondiale per la celebrazione del gioco: il 28 maggio.
Il bambino con il gioco può sentirsi libero, scoprire il mondo che lo circonda e relazionarsi con gli altri. Inoltre contribuirà alla sua crescita psico-fisica e delle sue capacità relazionali.
Il gioco spesso viene considerato solo sotto il piano ricreativo e ludico invece ci permette anche di conoscere lo sviluppo interiore del bambino e capire di più circa i suoi affetti.
Giocare è molto importante per la crescita dei più piccoli in quanto contribuisce al loro sviluppo sociale, fisico e psicologico. Il bambino attraverso il gioco conosce se stesso e gli altri, mette alla prova le proprie capacità e impara a crescere in libertà e autonomia.
Anche molti filosofi trattano l’importanza del gioco: Platone, Aristotele, Kant pongono l’interesse su questo tema e sui suoi benefici. In particolare, il filosofo Friedrich Schiller evidenzia come il gioco completi l’uomo e gli permetta di essere libero:
“L’uomo è pienamente tale solo quando gioca”
Il gioco per il bambino è un’attività che gli permette di divertirsi ed esplorare liberamente l’ambiente lasciando libera la sua immaginazione.
Jean Piaget sostiene che lo sviluppo ludico si evolve attraverso 3 stadi: i giochi di esercizio, i giochi simbolici e i giochi con regole. Il gioco cambia con la crescita del bambino, si evolve e attraverso esso il bambino impara e cresce.
I giochi di esercizio riguardano la fase senso-motoria, in cui il bambino evolve gradualmente dallo stadio dei riflessi a quello della rappresentazione dell’oggetto.
Impara a coordinare i gesti e controllare i movimenti come aprire e chiudere le mani e portare gli oggetti alla bocca.
I giochi simbolici riguardano quella che viene definita la fase rappresentativa che va dai 2 ai 6 anni. In questa fase il bambino rappresenta attraverso i simboli ciò che non è realmente presente, sfruttando la sua immaginazione.
È un esempio il gioco di “far finta di”, imitando situazioni che ha visto o ha già vissuto in precedenza come: far finta di bere caffè da una tazzina o usare il telecomando fingendo sia un telefono.
Dai 7 agli 11 anni comincia la fase sociale in cui il bambino si relaziona con gli altri e deve per questo condividere e rispettare delle regole. Le regole sono convenzionali e prestabilite prima di giocare in modo da poter essere condivise da tutti.
Esistono varie tipologie di gioco per i bambini, molto però dipende dall’età. Durante i primi mesi il neonato non potrà certamente afferrare oggetti o correre all’aria aperta.
I giochi più adatti nei primi mesi di vita saranno ad esempio: le palestrine (un tappetino con archi e giochini penzolanti) che permettono di intrattenere il neonato e sviluppare le sue capacità motorie e i suoi sensi. O ancora, i giochi montessoriani, giochi realizzati con materiali naturali (tra cui i giochi in legno) che stimolano l’apprendimento del bambino secondo il Metodo Montessori.
Una volta cresciuto, il bambino è sempre più attratto dal mondo degli adulti e dalle loro attività quotidiane. Inizia il cosiddetto gioco imitativo: i bambini tendono a imitare in tutto e per tutto le azioni degli adulti attraverso gli oggetti che ha intorno a lui.
Essenziali sono poi i giochi all’aperto. Giocare all’aria aperta porta numerosi benefici ai più piccoli tra cui:
Dunque che sia una passeggiata al parco, vicino a un fiume o in montagna, giocare all’aria aperta fa bene! E non solo ai più piccoli ma anche agli adulti.
Se si possiede spazio esterno a sufficienza potrebbe essere utile e divertente comprare dei giochi da esterno che permettano ai bambini di giocare all’aria aperta e in tutta sicurezza anche senza uscire da casa.